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“Il Copione è un piano di vita basato su una decisione presa nell’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli eventi successivi che culmina in una scelta decisiva “E. Berne
Il copione di vita è un abito che ci cuciamo addosso dalla nascita, per mezzo dei messaggi genitoriali, giustificato dalle circostanze e dagli eventi esperenziali sia interni che esterni che porta l’individuo a prendere per sé delle decisioni specifiche ed individualizzate. Il copione non si può cambiare ma si può trasformare durante tutto l’arco della nostra vita, fino alla morte. Il principio necessario per il benessere dell’individuo in relazione all’altro è l’okness.
Ognuno di noi è il prodotto della propria storia e della esegesi (interpretazione) che ne ha fatto. ( Maurizio Martucci).
Il copione appartiene al regno dei fenomeni di transfert, cioè è un derivato o più propriamente un adattamento di reazioni ed esperienze infantili, esso però non si occupa semplicemente di una reazione di transfert: è un tentativo di ripetere in forma derivata un intero dramma trasferenziale, spesso suddiviso in atti come i copioni teatrali… (Eric Berne, A.T in Psicoterapia. – Astrolabio)
Il copione è frutto della programmazione che i genitori agiscono sui figli, a cui questi ultimi di sottostanno per tre ragioni:
-1- avere uno scopo nella vita: un bambino compie la maggior parte delle sue azioni per sentirsi amato e accettato dai suoi genitori, (soddisfacendo cosi il bisogno di appartenere e di riconoscersi)
– 2- per garantirsi la possibilità di strutturare il tempo in modo adeguato alle aspettative dei genitori e potersi evolvere attraverso la loro approvazione.
-3- rispondere al bisogno di essere guidati, rassicurati sul proprio essere e fare.
Come si organizza il copione? Innanzitutto alla nascita ciascuno è portatore di elementi: ONTOGENETICI riguardante la genesi e lo sviluppo del singolo individuo e FILOGENETICI (ovvero appartenenti alla “stirpe umana”). L’incontro e la vita di relazione con il mondo circostante (ambiente familiare) e con quello socio culturale (contesto) determinerà le caratteristiche personali. Nella teoria A.T questo livello di identità rappresentato dal Bambino Naturale (BN) che comprende le caratteristiche che determineranno l’identità potenziale.
L’identità vera e propria e la sua tras-formazione sarà il risultato dell’interpretazione che il bambino darà delle diverse esperienze che avrà vissuto: nell’interazione con l’ambiente famiglia e con il contesto. Nelle fasi successive della vita nel confronto con le diverse “crisi”, fisiologiche e non, che caratterizzano tutti i passaggi evolutivi, diversi uno dall’altro e presenti fino alla vecchiaia.
Gli scambi possono essere appaganti (condurre alla soddisfazione di un bisogno o alla elaborazione della mancata soddisfazione) oppure non appaganti (condurre alla frustrazione della soddisfazione di un bisogno e non fornire spazio per l’elaborazione del vissuto frustrante).
Gli anni fondamentali per lo sviluppo dell’identità sono i primi tre della vita (E. Berne), in questi anni l’ambiente è rappresentato dai genitori e dal contesto familiare. Nel corso della sua crescita il bambino esprime quei bisogni legati alle sue pulsioni esistenziali:
1.pulsione ad appartenere 2. pulsione ad evolversi 3.pulsione ad individuarsi
Tutti i bisogni sono funzionali a soddisfare le pulsioni esistenziali
Il bambino per poter crescere sano ha bisogno di sperimentarsi visto e pensato dall’altro come affetto in quanto tale (sei proprio tu mio figlio..tu appartieni a me…). E’ questa l’esperienza di appartenere essere riconosciuto. Questo passaggio permette al bambino di INDIVIDUARSI in quanto figlio di (quei particolari genitori) ed in quanto membro (individuo) appartenente a quella famiglia a quella comunità. Individuarsi in quanto appartenete permette l’evoluzione psicofisica della persona che opererà in maniera tale da ottenere i riconoscimenti (carezze) necessari al suo Evolversi (svilupparsi)
A cosa serve il copione?
Tutti i messaggi e le risposte provenienti dall’ambiente vengono elaborati ed interpretati dal bambino; risultato di questa attività sarà la costruzione della propria: Identità DI COPIONE. A questo processo di costruzione di identità di copione è strettamente legato il significato che il bambino attribuisce a : se stesso, agli altri, alla vita.
Il bambino elabora il proprio processo evolutivo, che lo condurrà a realizzare il suo “Piano di vita”, facendo esperienza, elaborando ed interpretando i messaggi genitoriali e la consapevolezza dei propri bisogni. Quindi il copione di vita rappresenta una struttura funzionale alla costruzione dell’identità, che può contenere aree coercitive e restrittive del piano di VITA.
Come funziona un copione?
…le persone che agiscono all’interno di un Copione s trovano loro malgrado ed inconsapevolmente a ripetere in forma derivata il dramma protocollare attraverso stratagemmi inconsci, detti giochi psicologici. C.Moiso 2007
..così come da un punto di vista relazionale esiste un bisogno di riconoscimento da parte dell’altro (carezze) da un punto di vista esistenziale esiste il bisogno di trovare una risposta il più possibile stabile e coerente alla domanda “chi sono io”?
La risposta a questa domanda costituisce il “centro di identità permanente” cioè quell’identità antica che sottostà alla “Maschera” e che emerge nei momenti di “crisi”.
Si vive uno stratagemma relazionale (gioco) solo in quelle situazioni in cui il contesto relazionale ripetitivo comprende anche una risposta inaspettata che altera il contesto (un colpo di scena) e che fa precipitare le cose nella direzione di un vissuto emotivo che conferma l’identità di copione profonda in ognuno degli attori della relazione. Lo scopo clinico dell’analisi del copione è quello di spostare stabilmente “il centro di identità permanente dal Rospo alla Persona..” offrendo, attraverso l’analisi degli stratagemmi relazionali (giochi) opzioni e risorse per la gestione dei tratti copionali.
fonte: Dott. Maurizio Martucci